top of page

Il Suicidio e gli Adolescenti

La percentuale di suicidio, nel 2019, fra i ragazzi è stimata di gran lunga maggiore, rispetto alle ragazze, che si guadagnano rispettivamente il 69% e il 31%. La fascia di età più colpita è quella tra i 15 e i 19 anni, proprio a cavallo tra il periodo pre-adolescenziale e adolescenziale.


Dati statistici spaventosi se si pensa che i numeri superano i 1037 in scala nazionale, numeri che sicuramente fanno pensare ad un palese disagio sociale, ormai diffuso.


Attualmente il suicidio è la seconda causa di morte e ha creato allarmismo, tra i pediatri e gli psicologi, vi è stato di conseguenza un netto aumento dei ricoveri e delle consulenze neuro psichiatriche, per soggetti in stato ansioso depressivo.


Il cosiddetto comportamento suicidario nei bambini deve quindi essere preso in considerazione? Assolutamente sì, anche se raro nei bambini, non è del tutto assente e può essere facilmente scatenato da eventi traumatici o stressanti, innescando nell’individuo un meccanismo di isolamento sociale e di una serie di azioni autolesionistiche dando così il via ad una “IDEAZIONE SUICIDA”.


Strettamente correlata alla casistica appena affrontata vi è l’apatia dissociativa, che rappresenta la seconda faccia della medaglia. Per poter però capire nel profondo questo secondo fenomeno è necessario analizzare nel dettaglio, il vero senso del termine.


Che cosa si intende quindi per Apatia? Si intende uno stato psicologico, contraddistinto da un calo o assenza di motivazione, da un evidente disinteresse verso la vita o da un’indifferenza generalizzata nei confronti della società.

In parole povere il soggetto è affetto da una condizione di solitudine costante, la perenne sensazione di sentirsi soli anche in mezzo alla gente. Generalmente ciò avviene quando mancano i giusti supporti a livello sociale, quando mancano una comunicazione diretta o un confronto con i coetanei, o peggio quando manca appoggio da parte della sfera adulta.

Viene persa la motivazione e la voglia di fare e il soggetto, nella maggior parte dei casi, tende a ritirarsi dalla vita sociale per un tempo più o meno prolungato (mesi o anche anni).


Quando l’isolamento diventa duraturo nel tempo, viene utilizzato il termine hikikomori termine giapponese che letteralmente vuol dire “STARE IN SOLITUDINE”. L’atteggiamento degli hikikomori dipende da un comportamento che si potrebbe definire quasi inconsapevole, quasi “normale”. Anche se di giusto e di normale c’è ben poco.



Giunti alla conclusione, sento di voler spendere solo alcune parole che vengono direttamente dal cuore, spendo solo due parole, per chi pensa di soffrire di questa sindrome o per chi, in questo momento, non trova l’equilibrio giusto ed è combattuto. Chiedere aiuto non è sbagliato è giustissimo; soffrire non è sbagliato è giustissimo; cadere non è sbagliato è giustissimo. Ma sapete cosa invece è sbagliato? Cadere e permettere allo stesso tempo a qualcuno o a qualcosa di precluderti la possibilità di rialzarti. 

La cosa migliore che puoi fare e andare avanti, reagire e agire in maniera coraggiosa, senza nasconderti agli occhi degli altri. Sei molto più forte di quello che pensi, e anche quello che credi possa essere il male maggiore per te, passerà. 

Ricordati che non sei obbligato a render conto di ciò che fai a nessuno, perché essenzialmente del giudizio degli altri non devi interessarti. So che ti starai chiedendo che senso ha vivere questa vita senza motivazioni. Allora io ho deciso che di motivazioni te ne darò tante, tante quanto basta per convincerti del contrario. 

Vivere questa vita ha senso, perché questa vita è bellissima; vivere questa vita ha senso perché meriti di godere di tutte le bellezze; vivere questa vita ha senso perché le cose che potresti fare sono tante e meravigliose; vivere questa vita ha senso perché imparare a guidare, a cucinare, a ballare e a cantare hanno senso; vivere questa vita ha senso perché incontrerai delle persone che ti permetteranno di essere ed esistere esattamente per come sei, ma soprattutto vivere questa vita ha senso, perché TU HAI SENSO. Perché se sei nato in quel determinato modo un motivo deve esserci, smettila di svalutarti e di sminuirti, ma soprattutto è essenziale che tu tenga bene a mente una cosa, soffri il tempo necessario che è giusto il tempo di alzare la testa e osservare il cielo. Dopodiché sarai libero.   

Arianna Gasperini

62 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page