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Il Mito e le sue Caratteristiche

Aggiornamento: 9 ott

La parola MITO deriva dal greco mythos, ovvero racconto, discorso.


I racconti mitologici hanno una forte connotazione simbolica-religiosa, che si pongono come obiettivo quello di dare una risposta ai grandi interrogativi della vita oppure cercano di spiegare fenomeni naturali ritenuti “misteriosi”.


Infatti, all’interno della mitologia, troviamo argomenti quali:

  • Origine del mondo e dell’uomo

  • Storie d’amore

  • Storie di vendette, delitti o morti misteriose

  • Storie di eventi catastrofici


poseidone

Gran parte dei racconti mitologici vennero tramandati in via orale, dato che, in molte società, non si conosceva ancora la scrittura. Basti pensare alla Grecia, dove solamente nell’VIII secolo a.c. si iniziò a scrivere, grazie all’introduzione dell’alfabeto fenicio. I primi autori a riportare in forma scritta la mitologia, furono Omero ed Esiodo.


Inizialmente scritto in forma poetica, nel corso del tempo la forma stilistica è mutata completamente, passando dalla narrativa, fino ad arrivare al cinema contemporaneo.


Il termine mito, in filosofia, si contrappone al pensiero logico (logos), ovvero al discorso razionale, che deve essere fondato sulla verità. In questi termini, i racconti mitologici che sono arrivati fino a noi, non sappiamo se siano effettivamente accaduti oppure no. Chiaro è che, nel momento in cui leggiamo di racconti con dèi ed esseri semidivini, possiamo immaginare che sia un racconto fantastico, ma potrebbe anche essere stata vissuta davvero l’esperienza, semplicemente la si è romanzata un po’.


Leggere le storie dei grandi eroi ci porta non solo ad accrescere il nostro patrimonio culturale, ma anche a capire pensieri, usi e costumi di civiltà che si sono evolute o che sono scomparse. In questo contesto i miti si distinguono in due categorie: i miti eziologici, che spiegano il perché di alcuni culti presenti presso un popolo; il codice di comportamento, che spiega come le persone, uomini e donne, dovessero conformarsi per poter essere accettati all’interno della società.


A suo modo il mito ci aiuta a capire la storia, le situazioni che si sono sviluppate nel corso dei secoli e dei millenni, le gesta dei grandi condottieri che hanno portato, fino a noi, storie dalle quali imparare e comprendere meglio le società scomparse. In alcuni casi possiamo anche parlare di miti transculturali, ovvero che sono comuni a più persone. Le storie simili, che vengono raccontate in più culture, ci fanno capire, inoltre, che nel corso della storia, tra le diverse società, si poteva parlare di archetipi, ovvero dei principi “primitivi” che accomunano tutte le persone, e che finiscono similmente nello stesso modo.


Alcuni esempi, per avvalorare questa teoria, li possiamo trovare nelle Amazzoni, guerriere ferocissime, con una forza pari o superiore a quella degli uomini, che potevano essere capaci di grandi gesta ma anche di grandi decisioni, come quella di tagliarsi il seno per poter tirare meglio con l’arco. La mitologia amazzone per diversi anni è stata studiata e pensata come reale; per esempio J. J. Bachofen (1815-1887) supponeva che le storie delle amazzoni fossero la prova dell’esistenza del matriarcato. In realtà, raccontavano una realtà inesistente, mettendo in risalto ancora di più quale dovesse essere il ruolo della donna all’interno della società. In questa situazione, ovvero il racconto delle Amazzoni, vediamo, quindi, una delle funzioni principali del mito, quella di indicare un modello di comportamento.


Rimanendo in tema di modelli di comportamento, un altro esempio, lo possiamo trovare in Alcesti: donna bellissima e ideale, capace di mettere la vita del marito davanti a qualsiasi decisione e bene, compresa la sua stessa vita. In questo caso il mito ci racconta come uomini e donne si debbano comportare all’interno della società: gli uomini muoiono per la patria, le donne muoiono per il marito.


I miti transculturali, invece, li possiamo studiare attraverso Polifemo (Odissea) e i Troll (mitologia nordica). In entrambi i casi si racconta di personaggi giganti che divorano uomini.

Un altro scopo del mito è quello di creare l’identità di un popolo. Un esempio significativo ne è la storia di Alfeo e Aretusa. Questa leggenda narra di Aretusa, una ninfa, e di Alfeo, un fiume. Alfeo si innamorò perdutamente di Aretusa, che invece non ricambiava il suo amore. Aretusa chiese aiuto alla Dea Artemide, che la trasformò in una fonte e la trasportò dalla Grecia a Siracusa, in Sicilia. Alfeo, per potersi ricongiungere con la sua amata, si inabissò, attraversò il mare e riemerse a poca distanza dalla sua amata.

Questo mito racconta la storia di come due popoli fossero diventati uno solo, tramite una fusione. I greci “conquistarono” Siracusa e divennero un unico popolo, proprio come Alfeo attraversò il mare per raggiungere la Sicilia e poter amare Aretusa.


Oltre a quelle già citate possiamo trovare altre forme del mito:

  • Il mito e la tragedia: nella tragedia il mito non viene raccontato, ma viene rappresentato. Basti pensare al teatro greco o alle tragedie shakespeariane

  • Il mito e la religione: ogni qualvolta ci ritroviamo di fronte ad una narrazione con il sacro o il soprannaturale, abbiamo a che fare con una mitologia religiosa. Diversi autori si sono cimentati in questo tipo di mito, dai quali è nato il mito cosmogonico, che descrive la creazione ad opera di una divinità (come la Bibbia); il mito eziologico, che spiega l’origine dei vari rituali o dei costumi di una popolazione; il mito teogonico, che ci racconta come siano nati i vari dèi

  • Il mito e la letteratura: nell’epoca moderna, dove non abbiamo più necessità di conoscere un popolo o usi e costumi di una società, la letteratura ci propone delle nuove figure mitologiche. Sono personaggi, ispirati da un autore, che raccontano come abbiano superato una difficoltà. Potremmo dire che, in realtà, il mito si è associato alla letteratura già con l’Ulisse di Omero, ma è solo in epoca più recente che ha avuto il suo culmine. Personaggi come Amleto, Don Chisciotte o Faust hanno insegnato morali e portato le persone ad osservarsi da un altro punto di vista

  • Il mito e il cinema: anche nel cinema abbiamo nuove figure paragonabili ai miti. Non solo gli attori, agli occhi di molti, possono sembrare degli dèi, ma i personaggi ci riportano ad una figura mitologica (moderna) che va dal goliardico al tragico. Inoltre, hanno inserito, nel panorama mondiale, nuove figure che prima non esistevano. Un esempio per tutti potrebbero essere i vampiri o gli zombie. Già nella tradizione mitologica avevamo figure che ritornavano in vita dopo la morte, ma è solo con il cinema che abbiamo imparato a conoscere più a fondo queste creature.


 

Se hai dubbi o domande ricordati che puoi chiedere al gruppo, oppure puoi prenotare una lezione individuale con un docente.





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